domenica 7 ottobre 2012

REFERENDUM, STRUMENTO ANCHE PER MANTENERE FRATTANTO LA PROVINCIA DI TERNI? LETTERA AL GOVERNO

Facendo seguito alla pubblicazione dell'approfondimento "Le Province: istruzioni per l'uso", redatta dal Ministero per la Funzione pubblica, dipartimento per le Riforme Istituzionali, nonché considerando le dichiarazioni al riguardo specificamente sulla sorte di Terni e rilasciate in agosto dal capo dipartimento Riforme Istituzionali, prof. Deodato, i referendari fanno così la loro parte anche al fine di salvare temporaneamente Terni dalla perdita dello status di Provincia, al di là dei meccanismi eventualmente attivabili dal CAL dell'Umbria.
Le lettere al Governo sono state inviate il giorno 4 ottobre u.s. tramite raccomandata:


PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
sen. prof. Mario Monti

MINISTRO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E LA SEMPLIFICAZIONE
prof. Filippo Patroni Griffi

e p.c.   PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
CAPO DIPARTIMENTO RIFORME ISTITUZIONALI
prof. Carlo Deodato

e p.c.   SINDACO DEL COMUNE DI TERNI
sen. dott. Leopoldo Di Girolamo

e p.c.   PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI TERNI
dott. Feliciano Polli

e p.c.   SINDACO DEL COMUNE DI RIETI
avv. Simone Petrangeli

e p.c.   PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI RIETI
on. dott. Fabio Melilli

e p.c.   SINDACO DEL COMUNE DI VITERBO
on. Giulio Marini

e p.c.   PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI VITERBO
on. dott. Marcello Meroi

e p.c.   PRESIDENTE DELLA REGIONE UMBRIA
dott. Catiuscia Marini

e p.c.   PRESIDENTE USCENTE DELLA REGIONE LAZIO
dott.ssa Renata Polverini
                                                                                                                                                                
                                                    LORO SEDI

Oggetto:        Comune di Terni, iniziativa referendaria territoriale in atto.
 Differimento attuazione art. 17, legge 7 agosto 2012, n. 135.


I sottoscritti membri del Comitato promotore “Terni con Perugia o con Roma? Referendum” hanno avviato in data 16 luglio u.s. una richiesta di referendum territoriale, prodotta in copia.

Gli scriventi, anche alla luce del fatto che tale iniziativa è stata assunta prima del 20 luglio e, dunque, preliminarmente alla deliberazione dei criteri per il c.d. riordino delle Province da parte del Consiglio dei Ministri, chiedono formalmente all’Esecutivo di valutare la possibilità di un ragionevole differimento dei termini prefissati al fine del riassetto della Provincia di Terni, così consentendo la compiuta definizione dell’iter consultivo popolare e la piena e libera espressione democratica della comunità locale.

Fiduciosi di un benevolo accoglimento della presente, inviano distinti saluti

    I membri del Comitato promotore

dott. Andrea Liberati (presidente)
avv. Marco Sansoni (portavoce)
dott. Francesco Bressi (segretario)



Terni, 4 ottobre 2012

*****
Allegato: copia richiesta referendum consultivo territoriale (p. 1) con data certa protocollo Comune di Terni.

Comitato promotore “Terni con Perugia o con Roma? Referendum
Indirizzo:                    Via Romagna, 63 – Terni - 05100

lunedì 10 settembre 2012

REFERENDUM TERRITORIALE, CONSEGNA FIRME ANTICIPATA A MERCOLEDI' 12, ORE 10. INTANTO A FOLIGNO UN POLO ASL DA QUASI UN MILIARDO DI EURO? DIFFIDA ALLA REGIONE, NON PREVALEBUNT



In anticipo di una settimana rispetto al previsto, mercoledì prossimo, 12 settembre, alle ore 10, il Comitato promotore del referendum si ritroverà sotto Palazzo Spada per consegnare le 2500 firme richieste dalla normativa, dando modo ai cittadini di esprimersi su questi 40 anni di regionalismo umbro.
E’ la rottura di un taboo storico, quello che impediva di poter parlare della marginalizzazione pluridecennale sofferta da Terni per via del cannibalismo amministrativo dell’ipertrofico centro di spesa di Perugia, con dinamiche di subalternità sempre più manifeste, specie dopo che sarà stata soppressa la nostra Provincia.
A dispetto delle forti iniziative civiche in corso, il saccheggio però continua con la sfacciataggine di voler concentrare su Foligno (già sede della ASL 3) anche la ASL 4 –la sola sede legale, si dice, come se la manovra non fosse prodromo di ben altro.
Il Comitato promotore ricorda al presidente della Regione Umbria che c’è un referendum territoriale da indire, fondato proprio su iniquità come queste. Il Comitato diffida altresì l’Ente dal perseverare in un simile diabolico progetto di spoliazione, ormai pienamente alla luce. Ormai scoperto.
Così, non potendo ovviamente toglierci l’Azienda Ospedaliera, che produce ricavi per circa 140 milioni di euro e che comunque in questi anni ha avuto solo le briciole delle risorse regionali, destinate sempre altrove, ci sottraggono l’Azienda Sanitaria Locale, che fattura  circa 450 milioni, tre volte i numeri dell’Azienda Ospedaliera cittadina. E ci portano via l’Azienda Sanitaria per consegnarla a un territorio, quello di Foligno, che con la propria ASL già registrava ricavi per centinaia di milioni, concentrando dunque sulla capitale della Quintana un polo sanitario capace di numeri vicini al miliardo di euro. Ecco la riprova di come si impoverisce Terni.
Siamo certi che almeno i consiglieri regionali di Terni, di tutti i partiti, lotteranno da domani ancor più convintamente per scongiurare l’ennesima discriminazione territoriale, foriera di nuove gravi difficoltà per la Conca. Come che sia, per tutti coloro che hanno avuto l’ardire di quest’ultima offesa contro la città dell’acciaio, ribadiamo: non prevalebunt!

                                                                                              Andrea Liberati
                                                                                              presidente Comitato promotore


Terni, 9 settembre 2012

giovedì 6 settembre 2012

REFERENDUM TERRITORIALE: ULTIMI GIORNI PER FIRMARE: MA SULLA PROVINCIA ALTRI HANNO PERSO UN MESE



Ultimi giorni per firmare il referendum territoriale. Lo si può ancora sottoscrivere fino a venerdì 14 settembre in Comune, presso l’Ufficio referendum, II^ piano di Palazzo Spada; presso lo studio del notaio Clericò, Corso Tacito.

Qualche autorevole commentatore, in queste ore, ha parlato di referendum politico: è una definizione che il Comitato promotore respinge con forza, perché composto di persone non iscritte a partiti e concretamente lontane dalla solita casta di insaziabili bramini (copyright G. A. Stella). A meno che costoro per politico non intendano ‘legato all’interesse per la pòlis’, e allora sarebbe una definizione corretta. Ma, a detta di tutti, il greco antico non è di moda a Palazzo. Fuorché per le vacanze.
Il referendum non è politico dunque, ma civico: appartiene già alla comunità che potrà scegliere dove stare, conformemente agli interessi morali e materiali della città.

A questo proposito, i volontari del Comitato promotore sono purtroppo costretti a ricordare agli oranti ex cathedra che l’iniziativa referendaria è stata portata avanti in pieno agosto, sacrificando di buon grado famiglie e lavoro, quando non pochi di loro, i decisori politici, si godevano l’estate altrove, nonostante la gravità epocale delle circostanze a Terni. Contegno legittimo quello degli amministratori, ma assai discutibile.

La cancellazione della Provincia, decisa dal Governo, rappresentava un grande motivo per restare qui a provarci, a lottare, a persuadere, a dibattere, a girare dentro e fuori la regione, con un road show tenace presso comunità popolate e non svuotate per via della crisi, con un approccio dolce, ma asfissiante, doveroso, non tardivo, per fare fino in fondo cristianamente o laicamente la propria parte. Per capire cosa rimanga dell’Umbria solidale di cui si è favoleggiato per 40 anni.

In altri tempi la spinta propulsiva della politica, quella vera, la passione travolgente per l’ideale democratico avrebbero portato i dirigenti politici a non dormire la notte per vicende ben meno gravi.
Invece, oggi, quasi tutti gli apicali erano in ferie, legati all’Umbria grazie allo smartphone pagato dalla comunità: ma qui una telefonata non allunga la vita della Provincia.
Terni ha conseguentemente perso pressoché un mese nelle trattative –ancorché disperate- finalizzate al salvataggio dell’Ente e, con sé, degli uffici periferici dello Stato, di quelli del mondo associativo e così via. Allora una parola di verità, in onestà intellettuale, sarebbe opportuna, perché i comportamenti adottati sembrano solo comprovare le tesi di chi ritiene che la partita del riordino non sia mai effettivamente esistita
                                                                                 
                                                                                              Andrea Liberati
                                                                                              presidente Comitato referendario




Terni, 6 settembre 2012N MESE

sabato 1 settembre 2012

[REFERENDUM TERNI] LETTERA APERTA ALLA PRESIDENTE CATIUSCIA MARINI



LETTERA APERTA

Presidente della Regione Umbria
D.ssa Catiuscia Marini


Gentile presidente Marini,
il Comitato promotore del Referendum Terni con Perugia o con Roma? - che gli scriventi sono onorati di rappresentare - La contatta per chiederLe una concreta parola di chiarezza in merito ad alcuni delicati temi relativi al presente e al futuro di Terni.

Tra gli oltre 2.500 sottoscrittori - e forse anche tra i promotori - ci sono persone che Le hanno senz'altro espresso il proprio consenso due anni or sono; costoro, allo stesso modo, ritengono oggi giunto il momento di rivendicare a gran voce la dignità della città.

Nei quarant'anni di regionalismo umbro, Terni, con la sua economia a vocazione fortemente produttiva, ha infatti contribuito più di altri territori alla crescita di aree altrimenti depresse, specie quelle prossime al capoluogo regionale.
Una generosità scambiata per malintesa regola operativa dell'Ente da Lei presieduto, con una spiacevole sensazione di saccheggio avvalorata da episodi molto concreti non solo per via della sbilanciata ripartizione della spesa, ma anche per lo spostamento sul perugino-folignate del "baricentro delle opportunità" interregionali, grazie pure ai nascenti assetti infrastrutturali che vedono rafforzare la collaborazione con le Marche, mentre quasi nulla si fa verso il Lazio, anche nella direttrice da e verso una Capitale che potrebbe dare a Terni certo qualcosa in più rispetto al nulla fino a oggi immaginato e voluto dalla Regione.

Cosa si è fatto frattanto di 'memorabile' per la Conca?
La Regione vi ha innanzitutto lasciato insediare tre inceneritori, vicenda unica in Italia.
E' la stessa Regione che poco si è adoperata per il Santa Maria, oggi uno degli Ospedali più vecchi di un'Umbria che, in pochi anni, ha visto invece sbocciare ben cinque nuove strutture sanitarie tra Perugia, Foligno, Città di Castello, Todi, Gubbio; e intanto numerosi esponenti in Regione insistono nel sottrarci la ASL 4 per accorparla a Foligno. E il polo universitario locale? In via di progressivo disimpegno, mentre le questioni della Tevere-Nera e delle doppie imposizioni fiscali non sono nemmeno affrontate.

La vicenda della soppressione della Provincia di Terni - con l'indecente florilegio di dichiarazioni ostili al passaggio con noi da parte di numerosi sindaci di territori finitimi - è con ogni evidenza soltanto la goccia che ha fatto traboccare un vaso carico di ingiustizie in nostro danno, con gravi ripercussioni economiche per l'oggi e per il futuro.

Venerdì 14 settembre p.v., tra due settimane, il Comitato consegnerà pertanto in Comune le firme raccolte, avviando così irreversibilmente e ufficialmente la procedura prevista dall'art. 132 della Costituzione per far decidere i cittadini su dove davvero intendano vivere. Al riguardo è già in corso un importante dibattito in termini di occasioni perdute, di futuribili alleanze, di progetti nuovi e strategici.

Quanto segue rappresenta dunque il minimo che la Regione Umbria, dopo tanta marginalizzazione nei confronti di Terni, avrebbe dovuto fare - anche a titolo di ristoro - per lo sviluppo della città. E invece non ha fatto e tantomeno avviato:

1) INDUSTRIE: ottenimento di impegno scritto e pubblico da parte di Rete Ferroviaria Italiana per la sollecita e concreta riattivazione della ferrovia Orte-Civitavecchia, che consentirebbe al polo produttivo ternano di risparmiare otre 80 km - milioni di euro perduti ogni anno - accorciando la tratta esistente e restituendo competitività alle nostre industrie. RFI si oppone al ripristino della ferrovia, sebbene Italferr stia al contempo curandone la progettazione su mandato della Regione Lazio.

2) SANITA':
  • impegno scritto per la realizzazione entro il 2016 di un nuovo Ospedale ad alta tecnologia e di natura antisismica, così come richiesto dal Comitato per la difesa dei Livelli Ottimali di Assistenza e per il rilancio delle Attività Sanitarie nella Comunità ternana, considerando che, secondo l'Ordine degli Ingegneri di Terni, l'adeguamento strutturale dell'esistente costerebbe quasi quanto uno nuovo;
  • impegno scritto sul mantenimento della ASL a Terni nelle medesime condizioni in cui si trova, senza alcun accorpamento o ridimensionamento a favore di altre realtà.


3) UNIVERSITA': impegno scritto, cofirmato dal Magnifico Rettore, sul mantenimento a Terni delle Facoltà di Economia e Scienze Politiche, individuando le necessarie risorse al riguardo, così come per il rafforzamento di Medicina e Ingegneria, considerando che le strutture di appoggio sono pressoché quasi tutte di proprietà di Comune di Terni/Regione dell'Umbria, cedute da decenni in comodato gratuito all'Ateneo.

4) AUTOSTRADA DIRETTA TERNI-ROMA VIA PASSO CORESE: impegno scritto per far proprio e presentare al Governo il progetto di finanza elaborato nel 2003 da Associazione industriali Terni e Fondazione Carit al fine di avvicinare Terni alla Capitale e ridurre la distanza con Roma a poco più di 60 km, facendo della Conca una vera area-cerniera nella direttrice Nord-Sud del Paese.

Gli scriventi, unitamente agli oltre 2.500 aderenti alla proposta referendaria, ritengono che sia questo lo strumento democratico decisivo per restituire a Terni il ruolo che storicamente le compete nel quadro del progresso civile, morale e materiale di molteplici territori non solo dell'Umbria. Pertanto lo faranno pienamente valere.

Un saluto molto cordiale.

Il Comitato promotore del Referendum

Andrea Liberati               Marco Sansoni               Francesco Bressi

Terni, 31 agosto 2012.

venerdì 31 agosto 2012

REFERENDUM TERRITORIALE: GIA' RAGGIUNTE LE 2.500 FIRME, DA TERNI UNA PROVA D'ORGOGLIO




A poco più di un mese dall’avvio della raccolta firme, il Comitato referendario per Terni con il Lazio ha raggiunto la prima fondamentale tappa del percorso previsto dalla normativa: 2.500 cittadini hanno già deciso che debbano essere i ternani e non altri a stabilire la propria collocazione territoriale.
Con la fine ormai prossima della Provincia di Terni e dopo 40 anni di sperequata gestione regionale, Terni rialza la testa per decidere se allearsi con la nuova Provincia della Tuscia e della Sabina o se rimanere dentro a un assetto istituzionale dagli evidenti limiti economico-finanziari.

Il Comitato referendario è assai soddisfatto della risposta della comunità locale, avvenuta senza indugi pur in un contesto climatico ostile e in un mese non certo ideale per tali iniziative.
Per Terni una prova d’orgoglio e uno scatto identitario che stanno consentendo anche una riflessione aperta sull’esperienza regionalistica umbra e, in particolare, sui riflessi fin qui registrati per la Conca ai più vari livelli.

Il Comitato referendario ora proseguirà il lavoro, ottenendo un numero aggiuntivo di adesioni, necessario al fine di mettere in sicurezza la soglia delle 2.500 firme.
Occorre infine sentitamente ringraziare le forze civiche e politiche, produttive, sindacali, i singoli cittadini che, trasversalmente, fanno acquisire a Terni un importante risultato: la possibilità di decidere autonomamente del proprio destino, senza più decisioni prese sopra la testa della comunità. Per una città delle nostre dimensioni si tratta della prima volta in Italia.

Avv. Marco Sansoni
Portavoce del Comitato promotore
“Terni con Perugia o con Roma? Referendum”


Terni, 30 agosto 2012

REFERENDUM TERRITORIALE, UNICA OPZIONE SUL TAVOLO PER IL FUTURO DI TERNI. UNA RIVOLUZIONE COPERNICANA A PORTATA DI MANO




Quale presidente del Comitato referendario, intendo ringraziare una a una le 2500 persone che hanno sottoscritto la richiesta di consultazione. Sul piano organizzativo un’importante mano al Comitato è stata data anche da forze civiche e politiche: forze moderate, quelle del c.d. Tridente -UDC, Terni Oltre e Lista Baldassarre- ma anche brani assai significativi del PD. Si tratta dello stesso PD che, in queste settimane di pieno sole, si è scientemente infilato in un inestricabile ginepraio con la famigerata vicenda del riequilibrio tanto vagheggiato quanto di assai critico inveramento.
Una certezza Terni l’ha comunque spuntata: grazie al referendum, i cittadini saranno protagonisti del riordino, ma esclusivamente secondo le modalità che costoro desiderano.
Il referendum è infatti l’unica opzione sicura sul tavolo, la sola che consente alla nostra comunità di guardare con maggiore concretezza ai propri interessi economici. Perché, se siamo giunti a questo punto, c’era ben più di qualcosa che non andava tra Perugia e Terni. Pensiamo alle connessioni stradali e ferroviarie; sinora l’Umbria ha difeso i propri confini come fossero frontiere di Stato, ma a geometria variabile: così, se da un lato procede con forza l’infrastrutturazione strategica tra Umbria nord, Marche e Toscana, nulla o quasi accade sul fronte laziale, di estremo interesse per Terni.
Eppure, solo per fare un esempio, sarebbe fondamentale per le nostre industrie accedere al porto di Civitavecchia in soli 100 km anziché in 180; e sarebbe stato essenziale avere l’interporto a Orte, anziché a Jesi. Cosa sta facendo allora l’Umbria a fronte del no opposto alla Regione Lazio da Rete Ferroviaria Italiana per la riattivazione della Orte-Civitavecchia? Ci può rivelare la presidente Marini quante volte è andata a rappresentare questa impellente esigenza al presidente RFI? Ne parleremo in modo estenuante, perché sappiamo che la competitività delle nostre industrie si gioca non solo sulla qualità del prodotto, ma dipende anche e soprattutto dal prezzo dell’energia e dalla spesa per la logistica.
E perché non viene presa in considerazione l’ipotesi alternativa all’Autostrada A1 per un collegamento in variante alla Salaria tra Fiano Romano e la E-45, aggiunto all’attuale tracciato verso Roma, da tempo in sofferenza? L’ipotesi, prospettata ormai quasi dieci anni or sono dall’Associazione industriali di Terni e dalla Fondazione Carit, prevedeva costi per 400 mln di euro, una bazzecola rispetto agli oltre 2mld che si stanno spendendo per il Quadrilatero Umbria-Marche. Vi incalzeremo molto e spesso, signori: è ora di muoversi.
La distanza tra Terni e Roma si ridurrebbe a poco più di 60 km: rappresenteremmo davvero quella città-cerniera tra la Capitale e il Nord giustamente sbandierata anni fa, con vie di comunicazione dirette e accessibili per intercettare dinamiche di decentramento abitativo e produttivo in atto nell’area romana, rafforzando anche la nostra attrattività turistica, aprendo dunque più facilmente a nuove prospettive economiche una Conca che è già snodo naturale di molteplici direttrici (tirrenico-adriatica, Nord-Sud).
Il referendum è perciò questo e molto altro. E’ una rivoluzione copernicana… a portata di mano.

Intanto, dopo 40 giorni di sacrifici, il Comitato promotore si prende una pausa e celebra il successo della raccolta firme: filoperugini e filoromani si ritroveranno a confrontarsi al Chupitos di Via Fratini, dopo le 22 di domani sera, venerdì 31 agosto

Andrea Liberati
presidente del Comitato promotore

Terni, 30 agosto 2012

sabato 18 agosto 2012

[TERNI] UN MESE DI REFERENDUM, E' GIA' ULTIMO CHILOMETRO: 2150 FIRME




Il Comitato promotore “Terni con Perugia o con Roma? Referendum” taglia il traguardo delle 2150 adesioni. Presumibilmente entro fine agosto saranno superate le 2500 necessarie per la richiesta di indizione della consultazione territoriale ai sensi dell’articolo 132 della Costituzione.
E ora alcuni dati relativi a questo primo mese di attività.

VOLONTARI
I vari volontari che si sono alternati ai diversi banchetti, unitamente agli autenticatori, hanno fin qui donato alla comunità almeno 400 ore del loro tempo personale, motivati non solo dal desiderio di far esprimere i cittadini su un tema delicatissimo quale la collocazione e le future alleanze strategiche di Terni, ma anche dalla tenace volontà di contribuire ad accrescere la partecipazione democratica della nostra comunità.

CLIMA
La raccolta firme è tuttora condotta in condizioni climatiche estreme: nei giorni 27 e 28 luglio la temperatura esterna nel centro di Terni –laddove si trova il principale tavolo referendario- ha raggiunto rispettivamente i 39 e i 40°C, senza comunque mai scendere sotto i 35°C, eccetto il 23 e 24 luglio.

BLITZ EXTRACOMUNALI
L’acquisizione delle adesioni è stata eccezionalmente realizzata per tre sere anche fuori Comune presso la sagra della Ciriola Copparola, in quel di Coppe di Stroncone.

FORO BOARIO
Grazie anche all’afflusso considerevole di persone, la raccolta firme al Foro Boario ha registrato il picco massimo mensile: fino a 50 sottoscrittori l’ora nelle tre occasioni in cui il Comitato vi si è recato, con un decremento nella mattina di martedì 14 agosto, quando il mercatino è stato anticipato di un giorno per non farlo coincidere col Ferragosto.

DICHIARAZIONI IN LIBERTA’
Chi aderisce alla richiesta di referendum territoriale lo fa anche con ragioni originali. C’è chi sostiene che “solo così può esser bloccato lo strapotere vessatorio contro Terni di certi amministratori”, ma pure chi dichiara “firmo perché in questo modo anche Perugia si renderà conto di cosa significhi esser soggiogati da qualcuno: loro finiranno sotto Firenze”. Parole dure, ma un tale esito –Terni nel Lazio, Perugia in Toscana- è quello che vedeva la Fondazione Agnelli già vent’anni fa per via delle disfunzionalità economico-finanziarie di una Regione priva di dimensioni adeguate: e dunque dopo aver voluto qui tre inceneritori, dopo averci donato l’ospedale più vecchio dell’Umbria, una ASL sul punto di essere scippata, dopo la sorprendente coralità anti-Terni dei sindaci confinanti con la nostra morente provincia, dopo aver dimenticato la centralità industriale di Terni in Italia, è prevedibile una riflessione forte da parte dei ternani sul dare-avere di questi 40 anni di regionalismo umbro. Non ha infatti perso una parte politica o l’altra: siamo dinanzi al fallimento di un’intera Regione, sempre meno solidale e sempre più isola senza mare, a partire dalla negletta Terni.

Terni, 17 agosto 2012                          Il Comitato promotore del referendum
  Andrea Liberati

Si firma presso:
a)      Ufficio referendum del Comune di Terni, lunedì-venerdì, Palazzo Spada, II^ piano;
b)      Studio notarile Clericò, dal 20 agosto, orari di ufficio;
c)      Punto referendum di Largo Villa Glori, tutti i giorni, h. 11/13, 18/20 (domenica esclusa)

sabato 4 agosto 2012

[REFERENDUM TERNI] RAGGIUNTA QUOTA 1.700 ADESIONI. NEL 1992 LA FONDAZIONE AGNELLI GIA' VEDEVA TERNI NEL LAZIO E PERUGIA IN TOSCANA



Mentre il cosiddetto riordino si fa sempre più complicato, il referendum raggiunge quota 1.700 firme. Il quorum delle 2.500 necessarie per attivare la procedura non è più un miraggio.
E se per qualcuno sembrerebbe un’eresia parlare di Terni nel Lazio, noi diciamo che non è nulla di nuovo: nel noto e insuperato studio sulle macroregioni della Fondazione Agnelli –anno 1992- Terni era inclusa nell’asse Rieti-Viterbo verso Roma alla luce non solo delle “prospettive dell’economia reale”, ma anche delle “tendenze di gravitazione di un territorio sull’altro in relazione al reticolo urbano e al sistema delle infrastrutture di comunicazione”. In quella stessa analisi, Perugia confluiva nella Toscana, con un’Umbria che, a ogni esame, era riordinata altrove, venendo meno come entità politico-amministrativa, essendo la Regione -già allora, si pensi al contesto globale odierno!- priva di adeguate dimensioni e di congrue risorse economico-finanziarie.
Nonostante questi limiti evidenti, la macchina pubblica regionale negli anni è stata ingolfata di personale, talvolta con modalità tali da rievocare le più raffinate tecniche borboniche: senza nemmeno citare l’onerosità del Consiglio Regionale, il rapporto Bankitalia 2011 rileva come i costi dei soli dipendenti dell’Ente Regione siano pari al 110% in più rispetto alla media nazionale, fissata in 41,9 euro. E con riferimento al benchmark delle sole regioni del Centro Italia -44,2 euro- si tratta di una somma pari a quasi il 100% in più.
Cosa guadagna Terni da tutto questo? Terni ha dato, senza neanche ricevere in cambio un piano strategico di infrastrutturazione –come quello tra Umbria e Marche:
1) far risparmiare 70 km di costi di trasporto merci per le Acciaierie: occorreva già spingere tempo fa per la rapida riattivazione della Orte-Civitavecchia. Siamo ancora ad attendere la progettazione Italferr, mentre RFI sostiene addirittura che l’opera sia inutile: che fa la Regione Umbria?
2) ridurre a soli 60 km la distanza tra Terni e Roma tramite una diramazione stradale della A1 diretta via Passo Corese al fine di estendere gli scambi di persone e imprese da e con la Capitale.
Sarebbe giovato all’Umbria intera: invece non si è voluto far crescere Terni, ma rafforzare le iniquità, consolidando la centralità di Perugia-Foligno. Inaccettabile.
Siamo dunque a un bivio: Terni potrà stringere nuove e decisive alleanze restando se stessa, conservando la sua storia e persino la sua appartenenza. Certo: per cambiare occorrerà spiriti coraggiosi e visionari. Ma restare immobili, limitandosi a giochi da mercante in fiera con Foligno e Spoleto, sarà soltanto temerario

Il Comitato promotore per il referendum
Andrea Liberati

Terni, 4 agosto 2012

mercoledì 1 agosto 2012

REFERENDUM: TERNI UMILIATA ANCHE DA MARSCIANO E SPOLETO. NECESSARIA ARIA NUOVA, CAMBIARE ALLEANZE




Sulla vicenda dell’asserito “riordino”, quanto sta accadendo in queste ore, con le dichiarazioni del sindaco di Marsciano prima e con quelle del sindaco di Spoleto poi, entrambi esplicitamente ostili a passare con Terni, registriamo l’ennesimo segnale irriguardoso verso la nostra storia. Ma perché dobbiamo farci trattare così, sempre aspettando qualcuno che ci aiuti, come fossimo sotto tutela?
Col referendum Terni può finalmente decidere direttamente, senza attendere Perugia come abbiamo fatto e continuiamo a fare da 40 anni; senza ulteriormente attendere le mosse –non di rado interessate- di politici o di altri gruppi. Decidano invece i cittadini, come accade nelle democrazie più sperimentate dell’Occidente.

E’ una sorta di amore non corrisposto, masochistico e doloroso quello praticato negli ultimi decenni da Terni con Perugia. Le dure affermazioni di questi primi cittadini confermano purtroppo quanto poco pesi e di quale immagine goda la Conca nel contesto politico-sociale regionale cui pure molto ha dato in termini non solo meramente economici, senza ricevere altrettante attenzioni.

Stiamo dunque precipitando nell’ennesima situazione di debolezza, mendicando un pezzo di territorio, un villaggio, forse un brandello di muro direbbe il poeta, rischiando che in cambio ci venga chiesta la luna. Bell’affare! Il Comitato promotore dice basta: cambiamo alleanze, cerchiamo aria nuova. Guardiamoci finalmente intorno senza preconcetti.

I concittadini riprendano in mano il futuro, firmando per un referendum che resterà quale unica arma democratica in loro mano per poter reagire alla rassegnazione, senza arrendersi a un destino di subalternità culturale, politica ed economica.
Panta rei, tutto scorre: non è scritto da nessuna parte che si deve restare acriticamente con chi non ci ama.

                                                                  Il Comitato promotore del referendum
                                                                  Andrea Liberati


Si firma presso:
a)      Ufficio referendum del Comune di Terni, lunedì-venerdì, Palazzo Spada, II^ piano;
b)      Studio notarile Clericò, orari di ufficio;
c)      Punto referendum di Largo Villa Glori, tutti i giorni, 11/13, 18/20 (domenica esclusa)



Terni, I^ agosto 2012

sabato 28 luglio 2012

REFERENDUM TERNI: UMBRIA A RISCHIO DISINTEGRAZIONE IN SOLI 70 GIORNI. ALLEANZA CON VITERBO E RIETI, NO A TERRITORI MARGINALI




Hic Rhodus, hic salta! Se conoscessero un po’ di latino, capirebbero che, grazie al monstrum giuridico-amministrativo prodotto a Roma, ora bisogna tirar fuori veramente gli attributi. Ma quali attributi? E con quali conseguenze?
Da PD e PDL la peggiore riforma della riforma che si potesse pensare: non occorre essere Cassandra per capire che si tratta di un decreto in grado di disintegrare l’Umbria nel giro di 70 giorni, quelli necessari al cosiddetto riordino che, imposto per legge, scatenerebbe l’ostilità di intere popolazioni site nel perugino contro il tentativo di “deportarle” sotto la provincia di Terni, generando una vera e propria balcanizzazione dell’Umbria.
Così, se per quasi 70 anni, le classi dirigenti locali hanno dormito, consentendo che Terni subisse di tutto a partire da un confine provinciale –a Strettura- a soli cinque chilometri dalla città, ora in 70 giorni ci si vorrebbe muovere come elefanti nella cristalleria di una consolidata identità culturale regionale. L’assessore Gianluca Rossi già prevede non a caso “grosse difficoltà” e mette le mani avanti mentre si registrano sovrumani silenzi da parte del presidente della Regione, nonché da parte del capo della Provincia di Perugia. Costoro, se si esprimono, parlano il politichese spinto, senza una parola chiara sull’eventuale cessione di sovranità del territorio perugino.
I ternani hanno capito che l’Umbria non ha futuro: lo spread tra i territori è ormai troppo grande per essere colmato e, soprattutto, governato con audaci giochi di prestigio che, comunque, non colmerebbero i limiti di un’economia e di una prospettiva asfittica.
L’improbabile riordino non sarebbe poi nemmeno “a gratis”: Terni, per sopravvivere in un’Umbria sempre più ingestibile, dovrebbe cedere ulteriori beni e servizi, entrando in una trattativa mercantilistica al ribasso per l’ingresso di aree regionali comunque marginali (Foligno, Trevi e altri centri economici importanti resterebbero a Perugia). Aree non utili a generare flussi finanziari ed economici di un qualche interesse. E che riequilibrio sarebbe, allora? Il tutto accadrebbe in una Regione da decenni sorda alla necessità di rapidi ed economici collegamenti merci col Lazio, così essenziali per le Acciaierie, e però ben attenta a concentrare oltre due miliardi di euro per quelli con le Marche, sempre a diretto vantaggio di… indovinate un po’? Perugia e Foligno.
Arrivederci Umbria: vogliamo Terni come seconda città del Lazio nel quadro di un’alleanza strategica ed equa con Viterbo e Rieti, rifuggendo dall’imminente balcanizzazione di una regione sempre più piccola nel contesto globale. La raccolta firme prosegue: dove stare lo decideranno i cittadini, non le alchimie politiche

Il Comitato promotore del referendum
Andrea Liberati

Terni, 28 luglio 2012

venerdì 27 luglio 2012

REFERENDUM: LA CASTA LO DETESTA, LA GENTE LO AMA. E ALLORA TUTTI I GIORNI A LARGO VILLA GLORI! GIA' SUPERATE LE 1.250 SOTTOSCRIZIONI





A fronte dell’atteggiamento sordo e gravemente antidemocratico di un sindaco che non sa come difendere Terni, ma intanto lancia messaggi obliqui ai giornalisti, sostenendo apoditticamente che il referendum “non esiste”; a seguito dell’esiziale abbraccio della casta PD-PDL, cui si sottraggono gli esponenti più coraggiosi; il Comitato promotore del referendum ha deciso di incrementare la propria presenza tra la gente.
Il referendum infatti c’è, esiste ed è la prima volta in Italia che i cittadini di un Comune capoluogo utilizzano un simile strumento per le finalità di cui all’articolo 132. E’ la situazione emergenziale di crisi morale, economica e di prospettiva a imporlo.
Il referendum rappresenta pertanto il mezzo legittimo di lavoratori, precari, gente perbene, di coloro che intendono cambiare tutto in una città meridionalizzata da decenni di subalternità a Perugia solo per assecondare carriere politiche di vari intoccabili a destra e sinistra.

Per tutti questi motivi da lunedì 30 luglio e per l’intero mese di agosto saremo presenti ogni giorno a Largo Villa Glori, dalle 11 alle 13 e dalle 18 alle 20, fino alla fine della campagna referendaria, domeniche escluse.
Siamo e resteremo fieri testimoni della decisa resistenza dei ternani contro la vecchia politica, senza idee, senza slanci, senza una visione del futuro per Terni, ostinatamente attaccata soltanto a parassitari quanto inutili privilegi.

Il Comitato comunica anche di aver già superato la boa delle 1.250 firme, metà del quorum necessario per l’indizione del referendum: i concittadini firmano in massa non solo poiché ritengono fondate le argomentazioni portate innanzi dai promotori, ma anche perché intendono suonare la sveglia a una casta ingorda e che fornisce perfino indicazioni fuorvianti: il referendum non parla infatti di unione con il territorio del “Comune di Roma”, ma di “aggregazione alla Regione Lazio” così come consentito dall’art. 132 della Costituzione italiana. Lorsingori dunque si informino: oltre 1.250 ternani lo han già fatto con grande compiacimento.

Il Comitato promotore del referendum
Andrea Liberati

Si firma presso:
a)      Ufficio referendum del Comune di Terni, lunedì-venerdì, Palazzo Spada, II^ piano;
b)      Studio notarile Clericò, orari di ufficio;
c)      Punto referendum di Largo Villa Glori, tutti i giorni, 11/13, 18/20 (domenica esclusa)

Terni, 27 luglio 2012

giovedì 26 luglio 2012

REFERENDUM PER SALVARE TERNI: LENTAMENTE MUORE. CHI NON SI PERMETTE ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA DI FUGGIRE AI CONSIGLI SENSATI

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l'amore proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o
della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non ha domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono
qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una splendida felicità.

(Martha Medeiros)


Il Comitato promotore del referendum
Andrea Liberati



mercoledì 25 luglio 2012

TASSA TEVERE-NERA: LA POLITICA LOCALE SI RISVEGLIA, GRAZIE AL REFERENDUM




Quando si parla delle ragioni del referendum per Terni nel Lazio, è doveroso ricordare una delle tante ingiustizie perpetrate da questa Regione: la vergogna della Tassa Tevere-Nera, pagata a Terni, ma non a Perugia.

Per anni il sottoscritto ed altri avvocati del Foro di Terni hanno tentato invano di rappresentare innanzi alle commissioni tributarie, sia provinciale che regionale, i diritti di tanti cittadini ternani, destinatari di un odioso balzello, iniquamente preteso dal Consorzio di bonifica di cui si chiede oggi la sospensione d’autorità da parte del Consiglio Comunale di Terni. Finalmente!
Migliaia di ricorsi sono stati intanto respinti dalla commissione provinciale di terni, la cui pronuncia è stata successivamente confermata in sede di appello dalla commissione regionale di Perugia.
Tali evenienze hanno mutato un consolidato orientamento giurisprudenziale che, fino ad allora, aveva riconosciuto come legittime le doglianze avanzate dai contribuenti ternani.

La Tassa Tevere-Nera è peraltro soltanto uno dei motivi di critica mossi dal referendum popolare: la politica locale, per anni in gran parte sonnecchiosa quando non consenziente, finalmente si è accorta dell’ingiustizia. E allora ben vengano 1, 10, 100 referendum!

Il Comitato promotore del referendum
Avv. Marco Sansoni - portavoce

martedì 24 luglio 2012

REFERENDUM, RIPARTIZIONE DELLA SPESA PERUGIA-TERNI: UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA IN REGIONE INDAGHI SUGLI SQUILIBRI DEGLI ULTIMI 40 ANNI


Mentre giungono consensi trasversali all’iniziativa referendaria, il Comitato promotore chiede al Consiglio Regionale di attivarsi per la costituzione di una Commissione speciale di inchiesta che faccia luce sui gravi squilibri nella ripartizione della spesa tra Perugia e Terni, registrati negli ultimi 40 anni.
La Corte dei Conti dell’Umbria sia l’organo terzo di consulenza di un Ente Regione che dovrà rendere noti non solo i dati della ripartizione della spesa regionale e nazionale, ma anche i freddi numeri relativi all’applicazione delle politiche di sostegno comunitario in Umbria.

Terni che, con le sole Acciaierie, contribuisce al 25% del PIL dell’intera Umbria, rifiuta di essere ancora depredata del suo residuo benessere –Terni 91ma nella classifica nazionale 2011 ai fini IRPEF. Le modalità con cui una tale forma di saccheggio è stata condotta hanno impoverito soltanto questa parte del territorio, sottomesso a logiche inique. Ci hanno meridionalizzato.

Intanto si stanno investendo oltre 2 miliardi di euro per i collegamenti Umbria-Marche del c.d. Quadrilatero, ma non una lira viene riservata sulla trasversale Umbria-Lazio tramite la ferrovia Orte-Civitavecchia per consentire alle nostre industrie di competere davvero sul mercato europeo, così come chiedono da anni lavoratori e sindacati. Dove saremmo più forti a questo punto, in Umbria o nel Lazio?

La vicenda della Provincia di Terni -sul piano irreversibilmente inclinato della soppressione- è solo la logica conclusione del mancato riequilibrio. Siamo stati troppo a lungo a testa bassa: ora perderemo uffici, rappresentanza, persino associazioni e forse fabbriche a vantaggio ancora di altri. Diciamo basta o diventeremo un paesone senza speranza.
La breve storia della Provincia di Terni rappresenta dunque l’ultima ingiustizia di una nutrita serie di altre, spesso avallate nel tacito consenso dei nostri rappresentanti ternani a Roma e a Perugia. Per le loro misere carriere, salvo luminose eccezioni. Questa responsabilità morale, queste colpe sono incancellabili e peseranno come un macigno sulla nostra vita e quella dei nostri figli.

Come cittadini chiediamo pertanto a tutti, politici compresi di ogni partito, un sussulto d’orgoglio per interrompere una china autodistruttiva.
Il referendum è uno strumento potente ma necessario per iniziare un altro percorso, fatto di alleanze nuove e strategiche, senza complessi di inferiorità nei confronti di alcuno, forti come siamo di radici culturali che affondano dentro a una storia quasi trimillenaria. Forti come siamo del primato industriale che abbiamo costruito in secoli di onesto e duro lavoro, dalle antiche ferriere ad oggi.

Il Comitato promotore del referendum
Andrea Liberati

Terni, 24 luglio 2012

domenica 22 luglio 2012

[REFERENDUM TERNI] REGIONE UMBRIA: WE WANT OUR MONEY BACK! IN MILLE FIRMANO IL REFERENDUM, PRIMA DI ANDARCENE PRESENTIAMO IL CONTO ECONOMICO DEI DANNI





I want my money back!”
Parafrasando una memorabile contestazione alla Comunità Europea da parte dell’allora Primo Ministro britannico, Margaret Thatcher, anche i ternani vogliono i loro soldi indietro. E’ questo –e molto altro- quel che vogliono i primi mille cittadini che hanno sottoscritto la richiesta di referendum.

Decenni di lento dissanguamento del nostro territorio hanno impoverito Terni.
Con la forza del nostro credo industriale, eravamo tra le prime 30 città più ricche d’Italia negli anni ’60, prima del varo delle regioni, mentre Perugia era indietro.
Lo sbilanciamento degli investimenti nazionali ed europei nelle diverse aree; il generale appeasement delle classi dirigenti rispetto alle crisi produttive locali nei decenni passati; l’aver infine eletto l’asse Foligno-Perugia a motore economico dell’Umbria e dell’Italia centrale, non hanno fatto altro che ribaltare questa situazione: nell’anno di grazia 2011 Terni è novantunesima (91°), mentre Perugia è al cinquantaduesimo (52°) posto nella classifica del reddito medio nazionale, con le contigue Rieti e Viterbo più ricche di noi.

Emoziona ancora ricordare lo sfortunato Robert Kennedy, esponente democratico americano scomparso nel 1968. Se è vero che tuttora “non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base degli indici di Borsa, né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo (PIL)”; e se è vero, come questi sosteneva, che “il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria (…), ebbene a noi ternani, oltre alla deprivazione delle risorse, è stato imposto anche questo con i famigerati tre inceneritori, magnificati quali improbabili forme di sviluppo. Signori, il Comitato promotore comunica che la stagione delle menzogne è finita!
Nei prossimi giorni calcoleremo le decine e, forse, centinaia di milioni di euro che devono tornare a Terni, dopo 40 anni di squilibrio. E ci aspettiamo che, nonostante la sua posizione ostile al referendum, il redivivo sindaco si unisca a noi almeno in questa battaglia economica e finanziaria. Il Comitato e i ternani intendono fare bene i conti con l’Ente Regione, prima di andarsene, altro che riequilibrio territoriale. Altro che espressioni vuote.

Il comitato promotore del referendum
Andrea Liberati


Terni, 22 luglio 2012                                          

sabato 21 luglio 2012

REFERENDUM, PROSEGUE SENZA SOSTA LA RACCOLTA FIRME: SIMPATIZZANTI E ISCRITTI PD-PDL SMENTISCONO I LORO SEGRETARI




A seguito delle dichiarazioni rilasciate del segretario comunale PD, Delli Guanti –il referendum sarebbe una “grave mancanza di rispetto verso i ternani”- il Comitato promotore intende muovere alcune ragionate critiche. Risponde Andrea Liberati, presidente del Comitato.

Far esprimere la gente non è una mancanza di rispetto. E’ piena democrazia, è potere restituito alle stesse persone da cui esso promana, anziché delegato ad libitum a una politica che si è seduta, che non ha avuto slanci, che ha sbagliato, come lo stesso Delli Guanti sa onestamente riconoscere.

Personalmente sono iscritto ai democrats americani. Durante la campagna presidenziale 2008 di Obama, cui partecipai quale volontario, ho riconosciuto in essi uno stile ben diverso, autenticamente rispettoso delle istanze popolari, anche nell’approccio a questioni ben più delicate della nostra. Non è un caso che, unitamente alla elezione del presidente, nell’Election day di novembre si votasse pure per una decina di referendum locali, come accadrà anche quest’anno.
Allarghiamo un po’ il respiro delle nostre vite e finiremo per concordare su un fatto: è sbagliato dire, come sostiene Delli Guanti, che occorre alzare le barricate dinanzi a un povero referendum. E’ un errore. Forse si tratta solo di una voce dal sen fuggita. Ma significa certo mettersi contro gli stessi iscritti e simpatizzanti del partito, che infatti stanno firmando in massa affinché la città si possa esprimere sul suo vero senso di appartenenza, quello del 2012, quello che reciderà il cordone ombelicale artificiosamente generato con il varo delle regioni nel 1970. Sarà un voto su questi 42 anni di subalternità -quando non vero e proprio saccheggio.

Lo stesso aver consentito per decenni, senza dire una parola –eccezion fatta per l’allora presidente della provincia Cavicchioli o per l’allora presidente della CCIAA, Mario Ruozi Berretta- che la provincia di Perugia iniziasse praticamente a San Carlo, fu solo la prima di una lunga serie di sopraffazioni in danno dei ternani. Torti dei quali è responsabile buona parte della classe dirigente non solo di allora. Inutile e tardivo parlare ora di un impossibile riequilibrio. Flatus vocis.
Non daremo a Perugia anche la Cascata delle Marmore, non consegneremo la città a chi ha già ghermito quasi tutto. Basti pensare alla ripartizione della spesa regionale e ai numeri relativi al riparto dei fondi europei tra Perugia e Terni. Altre lampanti cifre forniremo nei prossimi giorni.

La raccolta firme dunque prosegue e registra numerose adesioni non solo tra gli amici del PD, ma anche dalla parte del PdL, nonostante la contrarietà dei vertici locali –singolare consonanza con quelli del PD. Ecco allora l’entusiastica adesione al referendum da parte del consigliere Federico Salvati, coerente con la propria campagna delle amministrative: nel suo camper elettorale spiccava la saggia sentenza ciaurriana “Con Perugia se possibile, con Roma se necessario”. C’è poi il pregevole intervento di Terni Oltre con Leo Venturi, già presidente della IV^ Circoscrizione, a voler tacere di molti altri che, al momento, evitiamo di citare per non farli incorrere negli strali dei segretari dei loro partiti. Vecchi giochi di una vecchia politica lontana dalla realtà.

Il presidente del Comitato promotore del referendum
Andrea Liberati

Si firma presso:
a)      Ufficio referendum del Comune di Terni, lunedì-venerdì, Palazzo Spada, II^ piano;
b)      Studio notarile Clericò, orari di ufficio;
c)      Punto referendum di Largo Villa Glori, venerdì e sabato pomeriggio, 17.30/20.00


Terni, 21 luglio 2012

venerdì 20 luglio 2012

APPELLO AI GIOVANI E AGLI UOMINI LIBERI DI TUTTI I PARTITI: VECCHIA POLITICA? E' GAME OVER. ANCHE DOMANI, SABATO, BANCHETTI A LARGO VILLA GLORI DALLE ORE 17.30




Per referendari e cittadini il problema non è il caldo, né l’anelata pioggia, ma la vecchia politica: si prevede un importante aumento di vendite di pale e picconi per quei politici che, dopo aver lasciato Terni per decenni in condizioni di piena subalternità culturale ed economica a Perugia, grazie al decreto governativo e al nostro referendum saranno costretti ad abbandonare le proprie prerogative e, taluni, anche a cercarsi lavoro. Perché attaccarci, perché non far esprimere la gente, se non fossero queste le loro preoccupazioni? Perché rivolgere a noi parole di fuoco? Non sarebbe stato meglio battere a suo tempo i pugni sul tavolo di una Regione certo non amica?
Ora è prevedibile che, prima del sipario, tutti costoro tenteranno in extremis qualche gioco di prestigio ad alto livello, ripetendo la parola magica degli ultimi 30 anni: riequilibrio. Come? Accorpandoci con Perugia? Portando qui Rieti? Relegando coercitivamente intere popolazioni sotto Terni? Ormai è tardi e dovrà essere la gente ad esprimersi, la vecchia politica ha perso. Game over.

Diciamo la verità: la Regione Umbria ha dimensioni troppo modeste per attivare flussi economici sufficienti per il polo settentrionale e per quello meridionale. Quest’ultimo, il nostro territorio, è stato non a caso ampiamente depredato negli anni, come abbiamo già mostrato con i numeri.
Ecco perché non possiamo accorparci alla realtà di Perugia, che ha sempre visto Terni, con le sue industrie, come terra di conquista.

Rispetto a tale ingiustificata sudditanza, i promotori del referendum offrono un radicale cambio di vedute, un’idea corsara eppure molto concreta: legarsi al Lazio, con un’area vasta che veda Terni non solo città cerniera tra Rieti e Viterbo, ma anche capace di assecondare gli stimoli che vengono da Roma, rendendosi però ben più appetibile e attrattiva di quanto non sia stato fatto finora.

Terni non può continuare a protestare per l’ASL, l’Università, i rifiuti e altro, ma deve mettere in campo la proposta, senza dimenticare la forza dei suoi stabilimenti e delle sue peculiarità. Occorre cambiare marcia e prospettiva. Diversamente il declino economico è l’ineluttabile destino della Conca, preceduto dalla chiusura di Banca d’Italia, Provincia, Prefettura e accorpamenti vari, a nostro totale detrimento. Ecco perché, dinanzi a tale emergenza morale, sociale e occupazionale, facciamo appello ai giovani e agli uomini liberi di tutti i partiti per riprendere in mano il nostro futuro con un’idea corsara, eppure molto concreta: qui si vedrà chi ama davvero Terni e chi invece intende tenersi stretti i propri piccoli privilegi. La vecchia politica non passerà.

Il Comitato promotore del referendum
Andrea Liberati

Si firma presso:
  • Ufficio referendum del Comune di Terni, lunedì-venerdì, Palazzo Spada, II^ piano;
  • Studio notarile Clericò, orari di ufficio;
  • Punto referendum di Largo Villa Glori, venerdì e sabato pomeriggio, 17.30/20.00;
Terni, 20 luglio 2012.

giovedì 19 luglio 2012

QUANDO LA VECCHIA POLITICA RESISTE: LA STUPEFACENTE SORTITA DEL SINDACO DI TERNI




Stupiti e rattristati che il sindaco di Terni, con la sua nota, si scagli non tanto contro i promotori, quanto contro i cittadini che in massa si stanno recando a firmare per un referendum storico.
Disinformazione, demagogia, superficialità, strumentalità, pifferai magici, boutade, masochismo e altri epiteti: il Comitato promotore del referendum rifiuta di adottare una logica fratricida tra ternani. Chiede piuttosto di allargare il fronte della partecipazione, perché siano i ternani e non la vecchia politica ad esprimersi su questo passaggio, il più difficile del dopoguerra.
Il Comitato avanza una proposta referendaria ampiamente motivata:
a)      la ripartizione della spesa tra Perugia e Terni vede tuttora la prima largamente prevalente. Basti pensare all’ultima indagine al riguardo, uscita nel 2003, che vedeva convergere su Perugia il 78% della spesa mentre a Terni (27% della popolazione complessiva) il resto, senza considerare che le Acciaierie rappresentano il 25% del PIL regionale: è giusto?
b)      il sindaco informi i ternani su come sono stati ripartiti i fondi europei tra Terni e Perugia negli ultimi 20 anni;
c)      il sindaco provi a smentirci quando diciamo che non solo Perugia, ma pure i cittadini di Rieti e Viterbo hanno un reddito pro-capite superiore a quello dei ternani, e che l’Umbria è la regione più povera del centro Italia;
d)     il sindaco sa che il solo costo delle due superstrade a doppia carreggiata Foligno-Colfiorito e Perugia-Ancona è pari all’astronomica cifra di 2,116 mld di euro? Se si include la porzione umbra della costruenda Fano-Grosseto, è evidente come la Regione Umbria concentrato in 50 km in linea d’aria ben nuove tre strade trasversali di grande comunicazione, facendo di Foligno nuovo baricentro interregionale, mentre attendiamo da 50 anni il completamento della modesta Terni-Pie’ di Moggio e abbiamo speso meno di un decimo di quanto si sta facendo nel perugino. Cosa abbiamo ottenuto? Una pericolosa arteria monocarreggiata;
e)      sui rifiuti è semplicemente indecente quanto è stato fatto a Terni finora: avevamo tre inceneritori, caso unico in Italia, con quello dell’ASM che emetteva diossine e furani. Non diciamo altro per carità di patria. E, sindaco, le risulta che a Viterbo o Rieti la Regione Lazio abbia adottato la stessa logica penalizzante? E perché non diciamo che a Terni si fa poca differenziata anche perché siamo stati abituati dalla vecchia politica a uno stile inceneritorio che nulla ha a che fare con le politiche più virtuose del Paese?
f)       come si può pensare che la realtà del Polo didattico di Terni sia difendibile? La situazione è drammatica: chiusa Mediazione Linguistica, chiuso il DAMS ternano, sta per lasciarci Scienze Politiche; su 18 dipartimenti, nemmeno uno a Terni… perché? E’ di ieri la notizia che la Facoltà di Medicina stessa sarebbe a rischio, e non solo. Siamo sicuri che con La Sapienza andrebbe peggio? A proposito: è vero che su cinque membri del CDA dell’Università non c’è nemmeno un ternano?...
g)      Sanità, per concludere: è vero che per un’operazione di otorino a Terni occorre attendere anni? E’ vero che per semplici esami sanitari occorrono mesi? E’ vero che la cittadinanza è costretta a ricorrere a prestazioni privatistiche pagate pesantemente dalla Regione? Certo che così i conti della Sanità umbra vanno bene: quella pubblica non funziona mentre il Santa Maria va in pezzi e non ci indebitiamo per ristrutturarlo -al di là di qualche reparto di eccellenza. E perché la PET-TAC c’è a Foligno e non a Terni? E’ vero che in un reparto come dialisi si registrano quasi 40 gradi in questi giorni? Forse è più fresco, solo 32 gradi?
Dal sindaco, che si picca di fare informazione, preferiremmo che se la prendesse con quella parte della classe dirigente regionale che, nel corso degli anni, ha consentito che Terni fosse superata in termini di PIL pro-capite non solo da Perugia, ma anche dalle bistrattate Rieti e Viterbo. Ma capiamo che, essendo lui stesso stato senatore, deputato e sindaco, avrebbe dovuto prendersela anche con sé: ecco solo così, solo raccontando chi sono i protagonisti dello sfacelo, si farebbe piena informazione.

                                                                                              Il Comitato promotore

Terni, 19 luglio 2012