A seguito delle dichiarazioni
rilasciate del segretario comunale PD, Delli Guanti –il referendum sarebbe una “grave mancanza di rispetto verso i ternani”-
il Comitato promotore intende muovere alcune ragionate critiche. Risponde
Andrea Liberati, presidente del Comitato.
Far esprimere la gente non è una mancanza di rispetto. E’ piena democrazia,
è potere restituito alle stesse persone da cui esso promana, anziché delegato
ad libitum a una politica che si è seduta, che non ha avuto slanci, che ha
sbagliato, come lo stesso Delli Guanti sa onestamente riconoscere.
Personalmente sono iscritto ai democrats americani. Durante la campagna
presidenziale 2008 di Obama, cui partecipai quale volontario, ho riconosciuto
in essi uno stile ben diverso, autenticamente rispettoso delle istanze
popolari, anche nell’approccio a questioni ben più delicate della nostra. Non è
un caso che, unitamente alla elezione del presidente, nell’Election day di
novembre si votasse pure per una decina
di referendum locali, come accadrà anche quest’anno.
Allarghiamo un po’ il respiro delle nostre vite e finiremo per
concordare su un fatto: è sbagliato dire, come sostiene Delli Guanti, che
occorre alzare le barricate dinanzi a un povero referendum. E’ un errore. Forse
si tratta solo di una voce dal sen fuggita. Ma significa certo mettersi contro gli stessi iscritti e
simpatizzanti del partito, che infatti stanno firmando in massa affinché la
città si possa esprimere sul suo vero senso di appartenenza, quello del
2012, quello che reciderà il cordone ombelicale artificiosamente generato con
il varo delle regioni nel 1970. Sarà un
voto su questi 42 anni di subalternità -quando non vero e proprio saccheggio.
Lo stesso aver consentito per decenni, senza dire una parola –eccezion
fatta per l’allora presidente della provincia Cavicchioli o per l’allora
presidente della CCIAA, Mario Ruozi Berretta- che la provincia di Perugia
iniziasse praticamente a San Carlo, fu solo la prima di una lunga serie di sopraffazioni
in danno dei ternani. Torti dei quali è responsabile buona parte della classe
dirigente non solo di allora. Inutile e
tardivo parlare ora di un impossibile riequilibrio. Flatus vocis.
Non daremo a Perugia anche la Cascata delle Marmore, non consegneremo la città
a chi ha già ghermito quasi tutto. Basti pensare alla ripartizione della spesa regionale
e ai numeri relativi al riparto dei fondi europei tra Perugia e Terni. Altre
lampanti cifre forniremo nei prossimi giorni.
La raccolta firme dunque prosegue e registra numerose adesioni non solo
tra gli amici del PD, ma anche dalla parte del PdL, nonostante la contrarietà
dei vertici locali –singolare consonanza con quelli del PD. Ecco allora l’entusiastica
adesione al referendum da parte del consigliere Federico Salvati, coerente con la propria campagna delle amministrative:
nel suo camper elettorale spiccava la saggia sentenza ciaurriana “Con Perugia
se possibile, con Roma se necessario”. C’è poi il pregevole intervento di Terni
Oltre con Leo Venturi, già
presidente della IV^ Circoscrizione, a voler tacere di molti altri che, al
momento, evitiamo di citare per non farli incorrere negli strali dei segretari
dei loro partiti. Vecchi giochi di una vecchia politica lontana dalla realtà.
Il
presidente del Comitato promotore del referendum
Andrea
Liberati
Si firma presso:
a)
Ufficio referendum del Comune di Terni, lunedì-venerdì,
Palazzo Spada, II^ piano;
b)
Studio notarile Clericò, orari di ufficio;
c)
Punto referendum di Largo Villa Glori, venerdì e sabato
pomeriggio, 17.30/20.00
Terni, 21 luglio 2012
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