domenica 22 luglio 2012

[REFERENDUM TERNI] REGIONE UMBRIA: WE WANT OUR MONEY BACK! IN MILLE FIRMANO IL REFERENDUM, PRIMA DI ANDARCENE PRESENTIAMO IL CONTO ECONOMICO DEI DANNI





I want my money back!”
Parafrasando una memorabile contestazione alla Comunità Europea da parte dell’allora Primo Ministro britannico, Margaret Thatcher, anche i ternani vogliono i loro soldi indietro. E’ questo –e molto altro- quel che vogliono i primi mille cittadini che hanno sottoscritto la richiesta di referendum.

Decenni di lento dissanguamento del nostro territorio hanno impoverito Terni.
Con la forza del nostro credo industriale, eravamo tra le prime 30 città più ricche d’Italia negli anni ’60, prima del varo delle regioni, mentre Perugia era indietro.
Lo sbilanciamento degli investimenti nazionali ed europei nelle diverse aree; il generale appeasement delle classi dirigenti rispetto alle crisi produttive locali nei decenni passati; l’aver infine eletto l’asse Foligno-Perugia a motore economico dell’Umbria e dell’Italia centrale, non hanno fatto altro che ribaltare questa situazione: nell’anno di grazia 2011 Terni è novantunesima (91°), mentre Perugia è al cinquantaduesimo (52°) posto nella classifica del reddito medio nazionale, con le contigue Rieti e Viterbo più ricche di noi.

Emoziona ancora ricordare lo sfortunato Robert Kennedy, esponente democratico americano scomparso nel 1968. Se è vero che tuttora “non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base degli indici di Borsa, né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo (PIL)”; e se è vero, come questi sosteneva, che “il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria (…), ebbene a noi ternani, oltre alla deprivazione delle risorse, è stato imposto anche questo con i famigerati tre inceneritori, magnificati quali improbabili forme di sviluppo. Signori, il Comitato promotore comunica che la stagione delle menzogne è finita!
Nei prossimi giorni calcoleremo le decine e, forse, centinaia di milioni di euro che devono tornare a Terni, dopo 40 anni di squilibrio. E ci aspettiamo che, nonostante la sua posizione ostile al referendum, il redivivo sindaco si unisca a noi almeno in questa battaglia economica e finanziaria. Il Comitato e i ternani intendono fare bene i conti con l’Ente Regione, prima di andarsene, altro che riequilibrio territoriale. Altro che espressioni vuote.

Il comitato promotore del referendum
Andrea Liberati


Terni, 22 luglio 2012                                          

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