“I want my money back!”
Parafrasando
una memorabile contestazione alla Comunità Europea da parte dell’allora Primo
Ministro britannico, Margaret Thatcher, anche i ternani vogliono i loro soldi indietro. E’ questo –e molto altro-
quel che vogliono i primi mille
cittadini che hanno sottoscritto la richiesta di referendum.
Decenni
di lento dissanguamento del nostro territorio hanno impoverito Terni.
Con
la forza del nostro credo industriale, eravamo tra le prime 30 città più
ricche d’Italia negli anni ’60, prima del varo delle regioni, mentre
Perugia era indietro.
Lo
sbilanciamento degli investimenti nazionali ed europei nelle diverse aree; il
generale appeasement delle classi
dirigenti rispetto alle crisi produttive locali nei decenni passati; l’aver
infine eletto l’asse Foligno-Perugia a motore economico dell’Umbria e
dell’Italia centrale, non hanno fatto altro che ribaltare questa situazione: nell’anno
di grazia 2011 Terni è novantunesima (91°), mentre
Perugia è al cinquantaduesimo (52°) posto nella classifica del reddito medio
nazionale, con le contigue Rieti e Viterbo più ricche di noi.
Emoziona
ancora ricordare lo sfortunato Robert Kennedy, esponente democratico americano scomparso
nel 1968. Se è vero che tuttora “non
possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base degli indici di Borsa, né i
successi del paese sulla base del prodotto interno lordo (PIL)”; e se è
vero, come questi sosteneva, che “il PIL
comprende anche l’inquinamento dell’aria (…)”, ebbene a noi ternani, oltre alla deprivazione delle risorse, è
stato imposto anche questo con i famigerati tre inceneritori, magnificati quali
improbabili forme di sviluppo. Signori, il Comitato promotore comunica che la
stagione delle menzogne è finita!
Nei prossimi giorni calcoleremo le decine e, forse,
centinaia di milioni di euro che devono tornare a Terni, dopo 40
anni di squilibrio. E ci aspettiamo che, nonostante la sua posizione ostile al
referendum, il redivivo sindaco si unisca a noi almeno in questa battaglia
economica e finanziaria. Il Comitato e i ternani intendono fare bene i conti
con l’Ente Regione, prima di andarsene,
altro che riequilibrio territoriale.
Altro che espressioni vuote.
Il comitato promotore del referendum
Andrea Liberati
Terni,
22 luglio 2012
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