lunedì 10 settembre 2012

REFERENDUM TERRITORIALE, CONSEGNA FIRME ANTICIPATA A MERCOLEDI' 12, ORE 10. INTANTO A FOLIGNO UN POLO ASL DA QUASI UN MILIARDO DI EURO? DIFFIDA ALLA REGIONE, NON PREVALEBUNT



In anticipo di una settimana rispetto al previsto, mercoledì prossimo, 12 settembre, alle ore 10, il Comitato promotore del referendum si ritroverà sotto Palazzo Spada per consegnare le 2500 firme richieste dalla normativa, dando modo ai cittadini di esprimersi su questi 40 anni di regionalismo umbro.
E’ la rottura di un taboo storico, quello che impediva di poter parlare della marginalizzazione pluridecennale sofferta da Terni per via del cannibalismo amministrativo dell’ipertrofico centro di spesa di Perugia, con dinamiche di subalternità sempre più manifeste, specie dopo che sarà stata soppressa la nostra Provincia.
A dispetto delle forti iniziative civiche in corso, il saccheggio però continua con la sfacciataggine di voler concentrare su Foligno (già sede della ASL 3) anche la ASL 4 –la sola sede legale, si dice, come se la manovra non fosse prodromo di ben altro.
Il Comitato promotore ricorda al presidente della Regione Umbria che c’è un referendum territoriale da indire, fondato proprio su iniquità come queste. Il Comitato diffida altresì l’Ente dal perseverare in un simile diabolico progetto di spoliazione, ormai pienamente alla luce. Ormai scoperto.
Così, non potendo ovviamente toglierci l’Azienda Ospedaliera, che produce ricavi per circa 140 milioni di euro e che comunque in questi anni ha avuto solo le briciole delle risorse regionali, destinate sempre altrove, ci sottraggono l’Azienda Sanitaria Locale, che fattura  circa 450 milioni, tre volte i numeri dell’Azienda Ospedaliera cittadina. E ci portano via l’Azienda Sanitaria per consegnarla a un territorio, quello di Foligno, che con la propria ASL già registrava ricavi per centinaia di milioni, concentrando dunque sulla capitale della Quintana un polo sanitario capace di numeri vicini al miliardo di euro. Ecco la riprova di come si impoverisce Terni.
Siamo certi che almeno i consiglieri regionali di Terni, di tutti i partiti, lotteranno da domani ancor più convintamente per scongiurare l’ennesima discriminazione territoriale, foriera di nuove gravi difficoltà per la Conca. Come che sia, per tutti coloro che hanno avuto l’ardire di quest’ultima offesa contro la città dell’acciaio, ribadiamo: non prevalebunt!

                                                                                              Andrea Liberati
                                                                                              presidente Comitato promotore


Terni, 9 settembre 2012

giovedì 6 settembre 2012

REFERENDUM TERRITORIALE: ULTIMI GIORNI PER FIRMARE: MA SULLA PROVINCIA ALTRI HANNO PERSO UN MESE



Ultimi giorni per firmare il referendum territoriale. Lo si può ancora sottoscrivere fino a venerdì 14 settembre in Comune, presso l’Ufficio referendum, II^ piano di Palazzo Spada; presso lo studio del notaio Clericò, Corso Tacito.

Qualche autorevole commentatore, in queste ore, ha parlato di referendum politico: è una definizione che il Comitato promotore respinge con forza, perché composto di persone non iscritte a partiti e concretamente lontane dalla solita casta di insaziabili bramini (copyright G. A. Stella). A meno che costoro per politico non intendano ‘legato all’interesse per la pòlis’, e allora sarebbe una definizione corretta. Ma, a detta di tutti, il greco antico non è di moda a Palazzo. Fuorché per le vacanze.
Il referendum non è politico dunque, ma civico: appartiene già alla comunità che potrà scegliere dove stare, conformemente agli interessi morali e materiali della città.

A questo proposito, i volontari del Comitato promotore sono purtroppo costretti a ricordare agli oranti ex cathedra che l’iniziativa referendaria è stata portata avanti in pieno agosto, sacrificando di buon grado famiglie e lavoro, quando non pochi di loro, i decisori politici, si godevano l’estate altrove, nonostante la gravità epocale delle circostanze a Terni. Contegno legittimo quello degli amministratori, ma assai discutibile.

La cancellazione della Provincia, decisa dal Governo, rappresentava un grande motivo per restare qui a provarci, a lottare, a persuadere, a dibattere, a girare dentro e fuori la regione, con un road show tenace presso comunità popolate e non svuotate per via della crisi, con un approccio dolce, ma asfissiante, doveroso, non tardivo, per fare fino in fondo cristianamente o laicamente la propria parte. Per capire cosa rimanga dell’Umbria solidale di cui si è favoleggiato per 40 anni.

In altri tempi la spinta propulsiva della politica, quella vera, la passione travolgente per l’ideale democratico avrebbero portato i dirigenti politici a non dormire la notte per vicende ben meno gravi.
Invece, oggi, quasi tutti gli apicali erano in ferie, legati all’Umbria grazie allo smartphone pagato dalla comunità: ma qui una telefonata non allunga la vita della Provincia.
Terni ha conseguentemente perso pressoché un mese nelle trattative –ancorché disperate- finalizzate al salvataggio dell’Ente e, con sé, degli uffici periferici dello Stato, di quelli del mondo associativo e così via. Allora una parola di verità, in onestà intellettuale, sarebbe opportuna, perché i comportamenti adottati sembrano solo comprovare le tesi di chi ritiene che la partita del riordino non sia mai effettivamente esistita
                                                                                 
                                                                                              Andrea Liberati
                                                                                              presidente Comitato referendario




Terni, 6 settembre 2012N MESE

sabato 1 settembre 2012

[REFERENDUM TERNI] LETTERA APERTA ALLA PRESIDENTE CATIUSCIA MARINI



LETTERA APERTA

Presidente della Regione Umbria
D.ssa Catiuscia Marini


Gentile presidente Marini,
il Comitato promotore del Referendum Terni con Perugia o con Roma? - che gli scriventi sono onorati di rappresentare - La contatta per chiederLe una concreta parola di chiarezza in merito ad alcuni delicati temi relativi al presente e al futuro di Terni.

Tra gli oltre 2.500 sottoscrittori - e forse anche tra i promotori - ci sono persone che Le hanno senz'altro espresso il proprio consenso due anni or sono; costoro, allo stesso modo, ritengono oggi giunto il momento di rivendicare a gran voce la dignità della città.

Nei quarant'anni di regionalismo umbro, Terni, con la sua economia a vocazione fortemente produttiva, ha infatti contribuito più di altri territori alla crescita di aree altrimenti depresse, specie quelle prossime al capoluogo regionale.
Una generosità scambiata per malintesa regola operativa dell'Ente da Lei presieduto, con una spiacevole sensazione di saccheggio avvalorata da episodi molto concreti non solo per via della sbilanciata ripartizione della spesa, ma anche per lo spostamento sul perugino-folignate del "baricentro delle opportunità" interregionali, grazie pure ai nascenti assetti infrastrutturali che vedono rafforzare la collaborazione con le Marche, mentre quasi nulla si fa verso il Lazio, anche nella direttrice da e verso una Capitale che potrebbe dare a Terni certo qualcosa in più rispetto al nulla fino a oggi immaginato e voluto dalla Regione.

Cosa si è fatto frattanto di 'memorabile' per la Conca?
La Regione vi ha innanzitutto lasciato insediare tre inceneritori, vicenda unica in Italia.
E' la stessa Regione che poco si è adoperata per il Santa Maria, oggi uno degli Ospedali più vecchi di un'Umbria che, in pochi anni, ha visto invece sbocciare ben cinque nuove strutture sanitarie tra Perugia, Foligno, Città di Castello, Todi, Gubbio; e intanto numerosi esponenti in Regione insistono nel sottrarci la ASL 4 per accorparla a Foligno. E il polo universitario locale? In via di progressivo disimpegno, mentre le questioni della Tevere-Nera e delle doppie imposizioni fiscali non sono nemmeno affrontate.

La vicenda della soppressione della Provincia di Terni - con l'indecente florilegio di dichiarazioni ostili al passaggio con noi da parte di numerosi sindaci di territori finitimi - è con ogni evidenza soltanto la goccia che ha fatto traboccare un vaso carico di ingiustizie in nostro danno, con gravi ripercussioni economiche per l'oggi e per il futuro.

Venerdì 14 settembre p.v., tra due settimane, il Comitato consegnerà pertanto in Comune le firme raccolte, avviando così irreversibilmente e ufficialmente la procedura prevista dall'art. 132 della Costituzione per far decidere i cittadini su dove davvero intendano vivere. Al riguardo è già in corso un importante dibattito in termini di occasioni perdute, di futuribili alleanze, di progetti nuovi e strategici.

Quanto segue rappresenta dunque il minimo che la Regione Umbria, dopo tanta marginalizzazione nei confronti di Terni, avrebbe dovuto fare - anche a titolo di ristoro - per lo sviluppo della città. E invece non ha fatto e tantomeno avviato:

1) INDUSTRIE: ottenimento di impegno scritto e pubblico da parte di Rete Ferroviaria Italiana per la sollecita e concreta riattivazione della ferrovia Orte-Civitavecchia, che consentirebbe al polo produttivo ternano di risparmiare otre 80 km - milioni di euro perduti ogni anno - accorciando la tratta esistente e restituendo competitività alle nostre industrie. RFI si oppone al ripristino della ferrovia, sebbene Italferr stia al contempo curandone la progettazione su mandato della Regione Lazio.

2) SANITA':
  • impegno scritto per la realizzazione entro il 2016 di un nuovo Ospedale ad alta tecnologia e di natura antisismica, così come richiesto dal Comitato per la difesa dei Livelli Ottimali di Assistenza e per il rilancio delle Attività Sanitarie nella Comunità ternana, considerando che, secondo l'Ordine degli Ingegneri di Terni, l'adeguamento strutturale dell'esistente costerebbe quasi quanto uno nuovo;
  • impegno scritto sul mantenimento della ASL a Terni nelle medesime condizioni in cui si trova, senza alcun accorpamento o ridimensionamento a favore di altre realtà.


3) UNIVERSITA': impegno scritto, cofirmato dal Magnifico Rettore, sul mantenimento a Terni delle Facoltà di Economia e Scienze Politiche, individuando le necessarie risorse al riguardo, così come per il rafforzamento di Medicina e Ingegneria, considerando che le strutture di appoggio sono pressoché quasi tutte di proprietà di Comune di Terni/Regione dell'Umbria, cedute da decenni in comodato gratuito all'Ateneo.

4) AUTOSTRADA DIRETTA TERNI-ROMA VIA PASSO CORESE: impegno scritto per far proprio e presentare al Governo il progetto di finanza elaborato nel 2003 da Associazione industriali Terni e Fondazione Carit al fine di avvicinare Terni alla Capitale e ridurre la distanza con Roma a poco più di 60 km, facendo della Conca una vera area-cerniera nella direttrice Nord-Sud del Paese.

Gli scriventi, unitamente agli oltre 2.500 aderenti alla proposta referendaria, ritengono che sia questo lo strumento democratico decisivo per restituire a Terni il ruolo che storicamente le compete nel quadro del progresso civile, morale e materiale di molteplici territori non solo dell'Umbria. Pertanto lo faranno pienamente valere.

Un saluto molto cordiale.

Il Comitato promotore del Referendum

Andrea Liberati               Marco Sansoni               Francesco Bressi

Terni, 31 agosto 2012.