Mentre
giungono consensi trasversali all’iniziativa referendaria, il Comitato
promotore chiede al Consiglio Regionale di attivarsi per la costituzione di una
Commissione speciale di inchiesta
che faccia luce sui gravi squilibri
nella ripartizione della spesa tra Perugia e Terni, registrati negli
ultimi 40 anni.
Terni che,
con le sole Acciaierie, contribuisce al 25% del PIL dell’intera Umbria, rifiuta
di essere ancora depredata del suo residuo benessere –Terni 91ma nella
classifica nazionale 2011 ai fini IRPEF. Le modalità con cui una tale forma di
saccheggio è stata condotta hanno impoverito soltanto questa parte del
territorio, sottomesso a logiche inique. Ci hanno meridionalizzato.
Intanto si stanno investendo oltre 2 miliardi
di euro per i collegamenti Umbria-Marche del c.d. Quadrilatero, ma non una lira viene riservata sulla trasversale Umbria-Lazio tramite la ferrovia
Orte-Civitavecchia per consentire alle nostre industrie di competere
davvero sul mercato europeo, così come chiedono da anni lavoratori e sindacati.
Dove saremmo più forti a questo punto, in Umbria o nel Lazio?
La vicenda
della Provincia di Terni -sul piano irreversibilmente inclinato della
soppressione- è solo la logica conclusione del mancato riequilibrio. Siamo
stati troppo a lungo a testa bassa: ora perderemo uffici,
rappresentanza, persino associazioni e forse fabbriche a vantaggio ancora di
altri. Diciamo basta o diventeremo un paesone senza speranza.
La breve
storia della Provincia di Terni rappresenta dunque l’ultima ingiustizia di una nutrita
serie di altre, spesso avallate nel tacito consenso dei nostri rappresentanti
ternani a Roma e a Perugia. Per le loro misere carriere, salvo luminose
eccezioni. Questa responsabilità morale, queste colpe sono incancellabili e peseranno
come un macigno sulla nostra vita e quella dei nostri figli.
Come
cittadini chiediamo pertanto a tutti, politici compresi di ogni partito, un
sussulto d’orgoglio per interrompere una china autodistruttiva.
Il referendum è uno strumento potente ma necessario
per iniziare un altro percorso, fatto di alleanze nuove e strategiche,
senza complessi di inferiorità nei confronti di alcuno, forti come siamo di
radici culturali che affondano dentro a una storia quasi trimillenaria. Forti
come siamo del primato industriale che abbiamo costruito in secoli di onesto e
duro lavoro, dalle antiche ferriere ad oggi.
Il
Comitato promotore del referendum
Andrea
Liberati
Terni, 24
luglio 2012
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